Il Saluto del Dottor Silvio Testa ai colleghi e i ringraziamenti dell’Ordine

Il Consiglio dell’Ordine ringrazia il dottor Silvio Testa per il lavoro svolto al servizio della comunità e della medicina.  Con la sua opera ha saputo elevare l’attività chirurgica ai più alti livelli creando i presupposti e tracciando il percorso per un futuro di alto profilo professionale.

Di seguito pubblichiamo integralmente la sua lettera di saluto.

Care Colleghe e Cari Colleghi,

E’ venuto il momento del congedo e dopo 12 anni lascio la Direzione della S.C. di Chirurgia Generale del nostro Ospedale S. Andrea.

E’ un passaggio per me molto delicato e tortuoso perchè, contrariamente a molti , non  vivo questo momento  come  liberatorio, ma al contrario vedo il mio futuro con troppi spazi  da colmare, a cui non sono avvezzo.

L’esperienza qui a Vercelli, è stata la più significativa della mia carriera professionale e la conclusione di un lungo percorso di dedizione al lavoro che mi ha portato a risultati per me molto prestigiosi ,quali la nomina a membro del Consiglio Nazionale della Società Italiana di Chirurgia e alla Presidenza della Società Piemontese di Chirurgia.

Tutto ciò è dipeso dall’avere diretto un gruppo di Chirurghi di grande valore, disponibilità e partecipazione, senza il quale gli apprezzabili risultati ottenuti non sarebbero stati possibili: lascio un equipe di grandi professionisti sui quali la città e tutti voi potrete sempre contare. 

Altrettanto decisiva  è stata la condivisione  con l’Ospedale nella sua interezza, per il continuo scambio di  reciproche competenze  in una Medicina sempre più  ad alta complessità e perciò  necessariamente multispecialistica che richiede la professionalità di tutte le figure in essere , nessuna esclusa. L’immagine  romantica  del Chirurgo unico attore di prestazioni quasi miracolistiche , è ormai sepolta nelle pagine della storia della nostra Arte.

Il giudizio invece sui risultati clinici ottenuti e sulla progressione della struttura verso una Chirurgia sempre più adeguata ai tempi,  lo lascio a Voi che ne avete la competenza specifica e alla gente; altrimenti qualunque considerazione sarebbe autoreferenziale e non consona.

Ritengo perciò doveroso ringraziare tutti voi per la parte che avete assolto direttamente o indirettamente in questo progetto che oggi vede la sua conclusione per aprirsi ad uno nuovo e che mi auguro  altrettanto solido, capace di garantire   cure   certe,  sicure e moderne   soprattutto in termini di Chirurgia Oncologica.

Ovviamente un pensiero particolare lo dedico ai Colleghi Medici di Famiglia. Quando  assunsi la Direzione del reparto , molti ricorderanno , li contattai ad uno ad uno telefonicamente per aprire , personalmente, un  nuovo canale  privilegiato di confronto e di collaborazione. Oggi molti hanno dovuto, come me,  passare    la mano ,  altri ci hanno dolorosamente lasciati per la tragica pandemia che imperversa e  mi piace ricordarli e onorarli :Canavero, Bellan e Barillà. Altri ancora sono ad essi succeduti e molti  hanno frequentato la  nostra struttura di Chirurgia  nel percorso formativo a loro dedicato: mi auguro che ciò  li abbia aiutati  ad aprire un  dialogo   improntato a reciproca fiducia,   umana e clinica.

Il mio ringraziamento perciò va a quelli tra loro con in quali il dialogo ed il confronto è stato sempre franco, costruttivo e di reciproco sostegno nei momenti anche di difficoltà che entrambi possiamo avere affrontato e che insieme abbiamo risolto. Abbiamo avuto la piena coscienza di essere considerati un punto di riferimento solido e credibile e ci siamo impegnati per non deludere le loro aspettative.

Ma , non vi sembri strano , il mio ringraziamento va anche a coloro che in questo lunghissimo arco temporale mai ci hanno ritenuti oggetto del loro interesse e della loro considerazione , qualche volta nemmeno episodicamente o solo casualmente. 

Ovviamente se hanno sempre rivolto altrove la loro attenzione esistono delle responsabilità e delle mancanze da parte mia , per non avere fatto passare correttamente il messaggio e l’offerta di collaborazione e di ciò mi rammarico profondamente. Se il loro orecchio era sempre rivolto ad altro tipo di ascolto, evidentemente la nostra musica non pareva abbastanza intonata  da essere presa in considerazione, oppure da essi   era già stata  aprioristicamente zittita. 

Agli uni e agli altri, comunque, confermo che entrambi sono stati sempre lo stimolo tra i  più sentiti per offrire cura e sicurezza di cura, di qualità tecnico-scientifica adeguata ai tempi ed alle istanze.  Altrettanto abbiamo cercato di  essere di  sostegno in termini di indicazioni oneste e disinteressate, quando le problematiche cliniche a noi proposte non risultavano  aderenti al nostro target, per complessità o specificità.

Mi permetto di ricordare l’importante ruolo di educazione  sanitaria che svolge   il Medico di Famiglia , oggi ancora più di ieri, in termini di indirizzo e di ascolto. Il nostro S.Andrea potrà continuare a crescere e ad evolvere solo se il numero e la consistenza della domanda sarà proporzionale agli investimenti necessari  a mantenere un’alta qualificazione della prestazioni. Altrettanto ritengo giusto  ricordare che nei  grandi progetti   per il potenziamento della Medicina Territoriale  di cui si parla, si chiederà al Medico di Famiglia l’assunzione di responsabilità clinico-assistenziali  di difficoltà non trascurabile. 

Ecco perchè un Ospedale forte sarà di garanzia ancora più indispensabile per una progettualità non incompleta come quella messa a nudo dalla pandemia e  che ci ha coinvolto tutti indistintamente:  gli ospedali  ripetutamente “taglieggiati” di posti letto e di personale clinico, infermieristico e tecnico per fare risparmio  travestito da “razionalizzazione”, voluto nel tempo, indistintamente, da tutti i colori dell’arcobaleno di Montecitorio e la Medicina del Territorio ridotta ad una burocratizzazione dell’atto medico e che di fronte alla pandemia ha pagato drammaticamente , di tasca propria , le carenze da altri create con superficialità e supponenza. 

Lo stesso Ospedale forte  sarà l’indispensabile  luogo    di cultura dedicato alla formazione proprio di tutti quei Medici  di Famiglia che per primi e pertanto con le maggiori difficoltà,dovranno affrontare il “nuovo malato”.

Infine voglio ringraziare e ricordare Piergiorgio Fossale e tutti i Consigli dell’Ordine che si sono succeduti in questi anni. Pergiorgio ha sostenuto e stimato il mio gruppo  e  mi ha aiutato a comprendere le dinamiche sociali di questo territorio per meglio coglierne le istanze: di ciò gli sarò perennemente grato oltre che del grande rapporto di amicizia che tra noi si è creato e che trascende la fattispecie di questo particolare momento della mia vita professionale e non solo.

Auguro ogni fortuna e rinnovata partecipazione alle istanze della classe Medica al nuovo Consiglio ed in particolare a Germano Giordano a cui mi legano i tanti anni trascorsi sotto questo tetto, sicuro che ben sapranno votarsi per una Medicina Ospedaliera  e del Territorio degna delle grandi tradizioni civili  e storiche della Città di Vercelli.

Vi lascio con queste parole di Cesare Pavese perchè possiamo,tutti indistintamente, prenderne ispirazione: 

“L’uomo mortale non ha che questo di immortale :il ricordo che porta e il ricordo che lascia”.

                                                                                                              Silvio Testa

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