Artificial Mente L’uomo e le macchine pensanti – La conferenza stampa di presentazione
Presentato ufficialmente agli organi di stampa il convegno 2018 sulle Neuroscienze dal titolo:”Artificial Mente L’uomo e le macchine pensanti”.
A fare gli onori di casa, presso la sede dell’Ordine di Vercelli il Presidente Pier Giorgio Fossale, il Professor Michele di Francesco e il Tesoriere Sergio Macciò.
Pochi fenomeni scientifici e tecnologici promettono di cambiare le nostre vite quanto il recente straordinario sviluppo dell’Intelligenza Artificiale (I.A.). L’idea di macchine pensanti ci è familiare da tempo (l’I.A. come disciplina riconosciuta fa parte a pieno titolo del panorama scientifico dalla metà del secolo scorso), ma quella che possiamo chiamare la nuova I.A. promette di cambiare radicalmente il mondo in cui viviamo, e il nostro ruolo in questo mondo. La ragione principale di questo stato di cose è che l’I.A. ha mutato faccia. Si è passati dal progettare macchine altamente specializzate che si dedicavano a compiti specifici (afferrare e manipolare un oggetto in un ambiente controllato) a macchine capaci di percepire, risolvere problemi, apprendere, muoversi e modificare il proprio ambiente in modo autonomo. La nuova I.A. farà sì che sempre più compiti umani possano essere affidati a Robot guidati da Intelligenze Artificiali, sempre più oggetti quotidiani possano essere connessi – grazie all’Internet delle Cose – in reti intelligenti, sempre meno compiti debbano essere riservati ai soli esseri umani. La struttura del lavoro non potrà che esserne influenzata – con ovvie ricadute sull’organizzazione sociale. Di particolare rilievo in questo rivoluzionario contesto è l’incontro tra l’I.A. e le scienze della mente, e in particolare le neuroscienze. L’I.A. – con i suoi collegamenti con la robotica e la bionica (la scienza che studia e progetta le interazioni tra le funzioni sensoriali e cognitive degli organismi viventi e gli strumenti tecnologici) già ora apre nuove prospettive di conoscenza, cura e sviluppo della vita umana. Tutti noi, e le nostre antiche menti biologiche, ci troviamo, e sempre più ci troveremo, coinvolti in relazione con dispositivi ‘pensanti’. In ambito sanitario la neuro-robotica, grazie alla brain-machine interface, potrà offrire strumenti terapeutici e supporti clinici a pazienti affetti da varie patologie; robot ‘indossabili’ ci aiuteranno incrementando le nostre prestazioni e realizzando simbiosi fino a poco tempo fa inimmaginabili; agenti intelligenti scaveranno nelle infinite miniere di dati depositati nel web, acquisendo ed elaborando un patrimonio di informazioni sterminato e acquisendo conoscenze al di là dei liniti umani. Infine un fattore ulteriore da sottolineare è la velocità di questo processo, che ha indotto i sostenitori della cosiddetta ‘singolarità’ tecnologica a preconizzare per la metà del nostro secolo l’avvento di macchine pensanti super-potenti capaci di superare i limiti dell’intelligenza umana e di inaugurare una sorta di era ‘post-antropica’. Anche se questi scenari possono apparire troppo avveniristici, quel che è certo è che ci attende un mondo in cui menti umane e menti artificiali comunicheranno; cyborg e umani potenziati popoleranno le nostre città; agenti software intelligenti sovraintenderanno ai sistemi complessi che sorreggono la nostra civilizzazione.
Tutto ciò pone fin d’ora problemi etici, sociali e politici del tutto nuovi. Se le macchine diventeranno capaci di scegliere, cosa ci garantisce che le loro scelte saranno eticamente condivisibili? Se saranno in grado di sostituirci nel lavoro, saremo condannati a un destino di oziosa inutilità? La distinzione tra organico e meccanico è destinata a cadere? E, alla fin fine, le macchine ci renderanno più felici o più stupidi? O entrambe le cose? O forse addirittura (la domanda delle domande) si sostituiranno agli umani come ‘specie’ dominante del nostro pianeta?
Queste e altre questioni verranno poste, partendo dal tema dell’interazione tra esseri umani e macchine intelligenti, nell’ambito del convegno Artificial Mente. L’uomo e le macchine pensanti, che si terrà il prossimo 27 ottobre a Vercelli, presso l’aula magna, San Giuseppe dell’Università del Piemonte Orientale , Piazza Sant’Eusebio
L’incontro, coordinato dal dott. Piergiorgio Fossale, presidente dell’Ordine dei Medici di Vercelli e da Michele Di Francesco, Filosofo della mente presso la Scuola Superiore IUSS di Pavia, vedrà la partecipazione di Marcello Frixione, studioso di intelligenza artificiale e scienze cognitive dell’Università di Genova e Silvestro Micera, docente presso l’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che parleranno della storia e del futuro dell’intelligenza artificiale e della interazione tra intelligenza umana e intelligenza artificiale; ad essi si aggiungeranno Roberto Mordacci, filosofo morale dell’Università San Raffaele di Milano e Barbara Henry docente di Filosofia Politica presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa che descriveranno l’impatto dell’I.A. e della connessa biorobotica sull’immaginario della nostra epoca e delle questioni etico-politiche legate alla genesi di un mondo popolato da macchine intelligenti.
Sintesi in quattro frasi dei contributi dei relatori
Verso un mondo ‘intelligente’? La genesi della ‘nuova’ intelligenza artificiale – Marcello Frixione
Dalla brain-computer interface alla ‘nuova’ prostetica. Come connettere l’intelligenza umana con quella artificiale – Silvestro Micera
L’I.A. e le emozioni. Saranno possibili relazioni affettive tra esseri umani e intelligenze artificiali? -Roberto Mordacci.
I.A. e transumanesimo. La simbiosi tra macchine e umani. Una rivoluzione antropologica? – Barbara Henry.